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PECCATO MORTALE
Era una splendida mattina di maggio e Joe Molinari era uscito per andare a fare una passeggiata al parco con Martha, la sua border collie intelligentissima e simpaticissima, e con la figlia Julie, un'adorabile bambina di nove mesi. Julie era nel marsupio, la pancia contro il petto del papà, e guardava oltre la spalla di lui indicando il lago con la manina, convinta che Joe capisse quello che farfugliava e fosse pronto a seguire le sue indicazioni. «Sei autorizzata a puntare il dito in questo modo?» chiese Joe con un sorriso. «Altroché» replicò poi, in un'imitazione della risposta che gli avrebbe dato Julie se fosse stata capace di parlare. «Sappiamo tutti chi comanda qui, papà. Basta che io indichi la direzione e faccia un gridolino. Ghee ghee. Facciamo a chi arriva per primo alla panchina? Quella vicino alle paperelle...» Joe le accarezzò la tesa, afferrò più saldamente il guinzaglio di Martha e si guardò intorno. Percorse con lo sguardo il viale fino alla panchina, scrutando le persone con cani e passeggini, le ombre sotto gli alberi, il traffico al di là del laghetto che brillava nel sole, soffermandosi su un uomo di mezz'età che fumava una sigaretta, lo sguardo fisso sul cellulare. Accertarsi che non ci fossero pericoli era un riflesso condizionato per un ex agente federale come lui, che fino a poco tempo prima era stato vicedirettore del dipartimento della Sicurezza Nazionale e adesso lavorava come consulente di valutazione e gestione del rischio per grandi aziende, enti pubblici e autorità varie. Erano sei mesi che sgobbava diciotto ore al giorno, perlopiù da casa, dove si era ricavato uno studio nella camera degli ospiti. Il progetto di cui si stava occupando era un vero e proprio percorso a ostacoli irto di complicazioni di carattere pratico e politico, ma Joe era soddisfatto di come procedeva. Era tranquillo anche dal punto di vista della sicurezza nel parco, quando si sedette su una panchina libera, con vista sul lago e sulle anatre. Julie rise e battè le mani appena la liberò dal marsupio e se la sistemò sulle ginocchia. Martha ne approfittò per avvicinarsi e tentare di leccarle la faccia, ma Joe le ordinò di mettersi a cuccia. Mentre Julie, che adorava la border collie, si esibiva in una serie di risatine e balbettii gioiosi, il cellulare di Joe cominciò a squillare. Non era la suoneria di Lindsay. Joe estrasse il telefono dal taschino della camicia e vide che era Brooks Findlay, il dirigente dell'autorità portuale di Los Angeles, quello che gli aveva affidato il progetto al quale stava lavorando. A Joe parve di vederlo: ex giocatore di football americano, in ottima forma, capelli biondi che cominciavano a diradarsi, fossette sulle guance quando sorrideva. Leggermente stupito che Findlay gli telefonasse di prima mattina, Joe rispose alla chiamata. «Joe, sono Brooks Findlay. Disturbo, o posso parlarle?» La voce di Findlay aveva un tono metallico, spento, che mise in allarme Joe. Cosa diavolo succede?

Autore:  James Patterson
Editore:  Longanesi
Prezzo 16,40  €

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