Marcello Veneziani affronta un tema cruciale e decisivo per capire il disagio del nostro tempo e risalire alle fonti della crisi economica, politica, civile e culturale che investe la contemporaneità: la perdita del senso della realtà. Alle origini della crisi economica c'è il divario tra la finanza speculativa con tutti i suoi derivati tossici e l'economia reale, legata al lavoro e ai beni tangibili; alle origini della crisi sociale c'è il primato degli assetti contabili sulla vita reale dei popoli; alle origini della crisi politica c'è l'incapacità di comprendere le reali condizioni di vita della gente. I rapporti personali si spengono e la rapidità dei consumi divora la concretezza delle cose; il feticismo hi-tech crea un diaframma tra noi e la realtà, l'incuria del reale si fa degrado dell'ambiente. Affidiamo alla tecnica e ai suoi mezzi (anche farmaceutici) la soluzione dei problemi con la realtà, la malattia, la vecchiaia, la morte. Oggi l'atto più rivoluzionario che si possa concepire è ripartire dalla realtà che è scomparsa dall'economia, dalla politica, dal pensiero e dalla vita. Va riscoperta, a partire dal rapporto elementare con i nostri cinque sensi, per giungere al sesto senso, che li connette e li sintetizza. Nella realtà e non altrove è la nostra umanità.