Un continente grande come Cina, India, Europa, Usa, Messico e Giappone messi insieme, una distesa di Paesi, etnie, lingue, culture diverse, per noi è solo una parola: Africa. Un luogo comune più che un luogo geografico, che non significa nulla, ed evoca vaghe immagini: miseria e denutrizione, guerra e violenza o al limite, nei casi più felici, danze e folklore. Questa Africa non esiste. Esistono invece le architetture dell'Asinara con la loro persistente eco sabauda, il piccolo cinema dei rifugiati nel cuore del Ciad, la lingerie sexy nelle vetrine del Cairo, la capanna di Geoffrey, ex bambino soldato ugandese, e della sua sposa rapita Nighty, le nottate nei jazz club della Swinging Addis. Ed esiste il lavoro dei volontari, molti dei quali italiani, che da anni portano verso Sud competenza ed entusiasmo, e vengono ripagati in fatica e bellezza. Gianni Biondillo racconta in questo libro la sua Africa, quella che ha potuto scoprire in cinque viaggi al seguito di organizzazioni umanitarie o da semplice cronista. Tra Eritrea, Ciad, Egitto, Uganda ed Etiopia, la sua esplorazione restituisce, di quel vasto continente, un'immagine viva, ripulita dall'opacità degli stereotipi, che fa i conti con i nostri pregiudizi e li ribalta in sapori, colori, incontri. E nostalgia.